venerdì 6 novembre 2009

una canzone: 'IO SE FOSSI DIO'

di Giorgio Gaber (dall’album “Io se fossi Dio”, 1980)

Il titolo richiama il noto sonetto di Cecco Angiolieri S'i' fosse foco: Io se fossi Dio è una sorta di J'accuse musicato, nel quale Gaber non risparmia davvero nessuno, riservando le invettive più feroci ai protagonisti, grandi e piccoli, della scena politica italiana, senza distinzioni di parte. Il brano fu a lungo ostracizzato dalla radio e dalla televisione italiana ed ebbe una circolazione quasi "clandestina". Anche la pubblicazione si rivelò particolarmente difficoltosa, dato che la Carosello, casa discografica del cantautore, e la Dischi Ricordi, che distribuiva la Carosello, temevano di subire pesanti conseguenze legali. L'accusa che fece maggior scalpore è rivolta al repentino stravolgimento delle valutazioni politiche, involontariamente favorito dalle incoscienti e colpevoli azioni dei terroristi che, oltre a provocare un profondo sgomento umano, avevano consentito di elevare al ruolo di martiri, personaggi il cui passato politico era, secondo l'autore, ben lungi dall'essere positivo. Nella fattispecie, il testo cita esplicitamente l'onorevole Aldo Moro, lo statista assassinato nel 1978 dalle Brigate Rosse; dopo il misfatto, Moro fu dipinto dalla gran parte della stampa e della politica italiana come il più grande statista dal dopoguerra e Gaber volle ricordare come, da vivo, fosse considerato in ben altro modo dagli stessi critici ed avversari che ora ne tessevano le lodi. Non mancano gli attacchi ai partiti, come i radicali o i socialisti, più di dieci anni prima di mani pulite. La generale ostilità verso il cantautore, certo non venne mitigata dal salace attacco alla categoria dei giornalisti, accusati tralasciare ogni dovere di critica sociale e politica, per indulgere morbosamente in notizie tragiche, allo scopo di scatenare facili pietismi e artificiose commozioni.

Video I e II parte: http://www.youtube.com/watch?v=pGe2ETQHlNI&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=lIT1P_HUbb0&NR=1


importante! Il testo CON NOTE linguistiche: http://www.scudit.net/mdgabersefossi.htm


Io se fossi Dio e io potrei anche esserlo, sennò non vedo chi.
Io se fossi Dio non mi farei fregare dai modi furbetti della gente
non sarei mica un dilettante, sarei sempre presente.
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
o meglio ancora a criticare, appunto, cosa fa la gente.
Per esempio il piccolo borghese: com’è noioso
non commette mai peccati grossi,
non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto, poverino, è troppo misero e meschino
e pur sapendo che Dio è più esatto di una Sveda
lui pensa che l’errore piccolino non lo conti o non lo veda.
Per questo io se fossi Dio preferirei il secolo passato
se fossi Dio rimpiangerei il furore antico
dove si odiava e poi si amava e si ammazzava il nemico.

Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio non sarei così coglione
a credere solo ai palpiti del cuore o solo agli alambicchi della ragione.
Io se fossi Dio sarei sicuramente molto intero e molto distaccato,
come dovreste essere voi.
Io se fossi Dio non sarei mica stato a risparmiare
avrei fatto un uomo migliore.
Sì, vabbe’, lo ammetto, non mi è venuto tanto bene
ed è per questo, per predicare il giusto

che io ogni tanto mando giù qualcuno,
ma poi alla gente piace interpretare e fa ancora più casino.
Io se fossi Dio non avrei fatto gli errori di mio figlio
e sull’amore e sulla carità mi sarei spiegato un po’ meglio.
Infatti non è mica normale che un comune mortale
per le cazzate tipo compassione e fame in India
c’ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna,
che viene da dire “Ma dopo come fa a essere così carogna?”
Io se fossi Dio non sarei ridotto come voi
e se lo fossi io certo morirei per qualcosa di importante.
Purtroppo l’occasione di morire simpaticamente non capita sempre
e anche l’avventuriero più spinto muore dove gli può capitare

e neanche tanto convinto.
Io se fossi Dio farei quello che voglio
non sarei certo permissivo, bastonerei mio figlio
sarei severo e giusto, stramaledirei gli inglesi come mi fu chiesto
e se potessi anche gli africanisti e l’Asia,
e poi gli americani e i russi,
bastonerei la militanza come la misticanza,
e prenderei a schiaffi i volteriani, i ladri
gli stupidi e i bigotti…perché Dio è violento!
E gli schiaffi di Dio appiccicano al muro tutti.

Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.

Finora abbiamo scherzato.
Ma va a finire che uno prima o poi ci piglia gusto
e con la scusa di Dio tira fuori tutto quello che gli sembra giusto.
E a te ragazza che mi dici che non è vero
che il piccolo borghese è solo un po’ coglione,
che quell’uomo è proprio un delinquente,
un mascalzone, un porco in tutti i sensi, una canaglia
e che ha tentato pure di violentare sua figlia.
Io come Dio inventato, come Dio fittizio,
prendo coraggio e sparo il mio giudizio e dico:
speriamo che a tuo padre gli sparino nel culo, cara figlia.
Così per i giornali diventa un bravo padre di famiglia.
Io se fossi Dio maledirei davvero i giornalisti
e specialmente tutti che certamente non sono brave persone
e dove cogli, cogli sempre bene.
Compagni giornalisti avete troppa sete
e non sapete approfittare delle libertà che avete,
avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate
e in cambio pretendete la libertà di scrivere e di fotografare.
Immagini geniali e interessanti,
di presidenti solidali e di mamme piangenti.
E in questa Italia piena di sgomento
come siete coraggiosi, voi che vi buttate

senza tremare un momento.
Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti…
e si direbbe proprio compiaciuti.
Voi vi buttate sul disastro umano

col gusto della lacrima in primo piano.
Sì, vabbe’, lo ammetto la scomparsa dei fogli e della stampa
sarebbe forse una follia
ma io se fossi Dio di fronte a tanta deficienza
non avrei certo la superstizione della democrazia.

Ma io non sono ancora del regno dei cieli
sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente
nel regno dei cieli non vorrei ministri, né gente di partito tra le palle,
perché la politica è schifosa e fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco,
che poi è un gioco di forza ributtante e contagioso,
come la lebbra e il tifo
…e tutti quelli che fanno questo gioco
c’hanno certe facce che a vederle fanno schifo
che sian untuosi democristiani, o grigi compagni del Pci.
Son nati proprio brutti, o perlomeno tutti finiscono così.
Io se fossi Dio dall’alto del mio trono
vedrei che la politica è un mestiere come un altro
e vorrei dire, mi pare Platone, che il politico è sempre meno filosofo
e sempre più coglione.
È un uomo a tutto tondo che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo
che scivola sulle parole anche quando non sembra o non lo vuole.
Compagno radicale…la parola compagno non so chi te l’ha data
ma in fondo ti sta bene, tanto ormai è squalificata
compagno radicale, cavalcatore di ogni tigre, uomo furbino
ti muovi proprio bene in questo gran casino
e mentre da una parte si spara un po’ a casaccio
dall’altra si riempiono le galere di gente che non c’entra un cazzo.
Compagno radicale, tu occupati pure di diritti civili
e di idiozia che fa democrazia e preparaci pure un altro referendum
questa volta per sapere dov’è che i cani devono pisciare.
Compagni socialisti… ma sì, anche voi insinuanti, astuti e tondi
compagni socialisti, con le vostre spensierate alleanze
di destra, di sinistra, di centro

coi vostri uomini aggiornati nuovi di fuori e vecchi di dentro
compagni socialisti, fatevi avanti
che questo è l’anno del garofano rosso e dei soli nascenti
fatevi avanti col mito del progresso, e con la vostra schifosa ambiguità,

ringraziate la dilagante imbecillità.

(II° parte)
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio non avrei proprio più pazienza,
inventerei di nuovo una morale
e farei suonare le trombe per il Giudizio universale.
Voi mi direte: perché è così parziale il mio personalissimo Giudizio universale?
Perché non suonano le mie trombe per gli attentati, i rapimenti,
i giovani drogati e per le bombe.
Perché non è comparsa ancora l’altra faccia della medaglia.
Io come Dio, non è che non ne ho voglia
io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili
ma come uomo come sono e fui ho parlato di noi, comuni mortali,
quegli altri non li capisco, mi spavento, non mi sembrano uguali.
Di loro posso dire solamente che dalle masse sono riusciti ad ottenere
lo stupido pietismo per il carabiniere,
di loro posso dire solamente che mi hanno tolto il gusto

di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento:
cioè solo l’immagine del grande smarrimento.
Però se fossi Dio sarei anche invulnerabile e perfetto,
allora non avrei paura affatto,
così potrei gridare, e griderei senza ritegno che è una porcheria
che i brigatisti militanti siano arrivati dritti alla pazzia.
Ecco la differenza che c’è tra noi e gli innominabili:
di noi posso parlare perché so chi siamo,
e forse facciamo più schifo che spavento,
di fronte al terrorismo o a chi si uccide c’è solo lo sgomento.
Ma io se fossi Dio non mi farei fregare da questo sgomento
e nei confronti dei politici sarei severo come all’inizio,
perché a Dio i martiri non gli hanno fatto mai cambiar giudizio.
E se al mio Dio che ancora si accalora gli fa rabbia chi spara
gli fa anche rabbia il fatto che un politico qualunque,
se gli ha sparato un brigatista, diventa l’unico statista.
Io se fossi Dio quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio
c’avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia cristiana
è il responsabile maggiore di vent’anni di cancrena italiana.
Io se fossi Dio un Dio incosciente, enormemente saggio,
c’avrei anche il coraggio di andare dritto in galera,
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora quella faccia che era.
Ma in fondo tutto questo è stupido perché logicamente
io se fossi Dio la Terra la vedrei piuttosto da lontano
e forse non ce la farei ad accalorarmi in questo scontro quotidiano.
Io se fossi Dio non mi interesserei di odio e di vendetta
e neanche di perdono perché la lontananza è l’unica vendetta
è l’unico perdono.
E allora va a finire che se fossi Dio io mi ritirerei in campagna,
come ho fatto io.


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