Visualizzazione post con etichetta arte e spettacolo / musicals. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta arte e spettacolo / musicals. Mostra tutti i post

sabato 25 settembre 2010

documentario "Il corpo delle donne"

Questo interessante video-documentario è stato fatto da un'amica della cugina di una mia amica (che giro :p), lo segnalo perchè merita davvero.
D'altronde il passaparola oggi è questo e (quasi) solo su internet prende forma una discreta controinformazione.
Ovviamente l'argomento è scontato, ma è sempre bene ragionarci sopra, poichè escono nuovi spunti di riflessione:
http://www.ilcorpodelledonne.net/?page_id=91


Questa l'intervista a Lorella Zanardo apparsa su Il Fatto Quotidiano l'11 agosto:
http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=3359

Su Il Fatto Quotidiano del 4 settembre una pagina intera dedicata alla maternità in età avanzata, partendo da Gianna Nannini e da come i media stanno trattando la sua vicenda:
http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=3469
<<[..] mi viene da chiedermi: è meglio una velina o Margherita Hack?>>

grazie Ire ;-)

martedì 1 giugno 2010

Groucho Marx


Julius Henry Marks, in arte Groucho Marx (New York, 2 ottobre 1890 – Los Angeles, 19 agosto 1977), è stato un attore, comico e scrittore statunitense. Terzo dei cinque Fratelli Marks (rinominatisi Marx), esordì nel mondo dello spettacolo fin dal primo decennio del Novecento, affrontando una lunga gavetta nel vaudeville che lo portò a recitare con i fratelli nei teatri di varietà di tutti gli Stati Uniti. Fu durante questo lungo tirocinio teatrale negli anni dieci e venti che Groucho poté affinare la comicità che lo ha reso celebre nel mondo, basata sulla veloce parlantina, sulla battuta fulminea e sul ricorso ai giochi di parole, con scanzonata irriverenza nei confronti dell'ordine costituito e con un malcelato disprezzo per le convenzioni sociali. Il suo senso dell'umorismo corrucciato, sarcastico e misogino, sintetizzato nel suo soprannome d'arte Groucho ("brontolone", "musone"), si coniugò sulle scene con una eccentrica maschera comica dai tratti divenuti inconfondibili, quali i vistosi baffi e sopracciglia dipinti, lo sguardo ammiccante, il sigaro perennemente tra i denti o fra le dita e la frenetica andatura.

“Groucho Marx: la vita e l'arte in un libro” di Luca Martello

In occasione del 120esimo compleanno di Groucho Marx (1890-1977), icona immortale della comicità e del cinema americano, e del 70esimo anniversario del film Animal Crackers, viene pubblicata dalla Castelvecchi Editore, ad opera di Luca Martello, la prima monografia integralmente dedicata ai Fratelli Marx.

<<Groucho, Harpo, Chico… Zeppo e Gummo. Il merito principale dei fratelli Marx è quello di avere introdotto un nuovo elemento nel cinema comico: la rivoluzione. Una forza rivoluzionaria infantile, bambina, senza spargimenti di sangue o promesse di sorta; è la realizzazione del desiderio di spodestamento degli adulti da parte dei più piccoli: i fratelli Marx ci mostrano cosa accadrebbe se il mondo venisse conquistato dai bambini.

Il risultato è un universo in preda al caos, sì, ma piuttosto divertente.

Groucho Marx rappresenta l’incarnazione stessa del comico. La sua maschera – occhiali, nasone e baffi neri – è diventata l’icona della festa, del carnevale, del travestimento. Il muto Harpo ha radici più lontane e misteriose. Harpocrates è infatti, nella mitologia egiziana, il dio del silenzio rappresentato come un bambino con il dito sulla bocca. E i loro film fanno parte ormai della storia del cinema. Titoli come I fratelli Marx al college, La guerra lampo dei fratelli Marx e Una notte all’opera sono classici che la propria videoteca personale non può non contemplare. Del resto senza il cinema dei fratelli Marx i film di Federico Fellini, di Woody Allen o di Terry Gilliam non sarebbero stati gli stessi. Da principio i fratelli non hanno molta fortuna nel nostro Paese.

Nell’Italia fascista non è tollerata la parodia dell’immigrato italiano di Chico – nota in Usa come l’imitazione meno credibile mai fatta, e perciò innocua e divertente – e generalmente i loro film vengono salutati come opere gratuite e demenziali. La guerra lampo è censurata perché satira del potere, ma i film successivi vengono proiettati, come dimostrano le recensioni d’epoca e la visita di Harpo alla Scala di Milano.

Il problema della traduzione però ha creato molti rallentamenti. Benché i film minori siano stati doppiati quasi subito, le pellicole dal ’29 al ’31 lo saranno solo negli anni Novanta. Anche nel resto del mondo il problema è lo stesso, persino in Inghilterra faticano a comprendere alcuni scioglilingua tipicamente americani. La definitiva riscoperta avviene però con il Sessantotto, quando i tre vengono considerati unanimemente maestri di tutto rispetto.
Vent’anni dopo il rilancio dei Marx negli anni Sessanta, un altro fenomeno aiuta a divulgare il credo marxiano in Italia: Dylan Dog. Grazie a Tiziano Sclavi, infatti, Groucho è popolarissimo tra giovani e giovanissimi. È un merito che gli va riconosciuto. Lavorare a questo libro è stato un dovere morale. Una volta pubblicato non lo leggerò per almeno tre anni. Per avere il “piacere” di leggerlo, dovrò prima dimenticare tutto e sfogliarlo finalmente da lettore, da fan, per poter dire: finalmente leggo un libro italiano sui fratelli Marx.

Non importa se ci saranno lacune o imperfezioni, ripetizioni o errori facili da evitare. Mi basta sapere che per leggere qualcosa del genere non devo aprire un polveroso dizionario d’inglese e farmi venire attacchi d’asma per una settimana.>>


da “La Repubblica XL”: Introduzione di Luca Martello tratta dal volume Groucho e i suoi fratelli. La vita e l’arte dei Marx Bros

Videolink di due spezzoni de “La guerra lampo dei fratelli Marx”, 1933:

http://www.youtube.com/watch?v=05QZyBZtVr8&NR=1

http://www.youtube.com/watch#!v=mMwQMmAyUh0&playnext_from=TL&videos=5u4T64w3pIg

giovedì 18 marzo 2010

"I 7 Re di Roma"

di Luigi Magni , con Gigi Proietti, musiche di Nicola Piovani, Regia di Pietro Garinei

(Scene di Uberto Bertacca; Costumi di Lucia Mirisola; Coreografie di Micha Van Hocke)

Altri interpreti:
Gianni Bonagura, Elisabetta De Vito, Marina Lorenzi, Sonia De Micheli, Simona Patitucci, Alessandro Spadorcia, Giancarlo Balestra, Sergio Zecca, Elena Berera.
Produzione: Music 2

Debutto: Roma, Teatro Sistina, 14 febbraio 1989

È un musical andato in scena per diverse stagioni, in cui un fantastico ed eclettico Proietti veste i panni dei leggendari 7 re dei primi 244 anni di vita dell’Urbe, tutti rivisti in una memorabile chiave comica.

La storia inscenata non assomiglia molto alla storia che ci insegnano a scuola, ma per dirla come Giano, la divinità che accompagna Roma nel corso dei secoli, il bello di queste storie è che può essere vero tutto e il contrario di tutto!!

”I sette re di Roma è una leggenda musicale in costume, scritta da Luigi Magni in due atti e venticinque quadri, che racconta le vicende della fondazione di Roma attraverso i suoi 7 Re: da Romolo a Tarquino il Superbo. In questo grande affresco storico, scorre la storia di Roma e dei suoi protagonisti, tutti magistralmente interpretati da un Gigi Proietti in stato di grazia capace di tenere la scena per oltre due ore e mezzo dando ad ognuno dei suoi personaggi simpatia, credibilità e fascino.
Naturalmente, com’è nella tradizione di Magni, non mancavano allusioni e riferimenti alla realtà contemporanea.
Al fianco di Proietti attore, che gioca magistralmente nell’interpretazione dei sette re e di altri personaggi della commedia, c’è il personaggio di Giano, l’attore Gianni Bonagura, che introduce e commenta gli avvenimenti e che spesso sembra avere il ruolo di regista dell’azione.
Ma il successo dello spettacolo era anche grazie al magnifico lavoro degli altri autori. Ad esempio Umberto Bertacca, che firmava le scene, che, costruite su due girevoli, furono capaci di strappare applausi a scena aperta come all’arrivo del carro del sole. O Lucia Mirisola,che ideò i costumi, coloratissimi e numerosissimi. O ancora Nicola Piovani che scrisse le musiche originali che accompagnavano tutto lo spettacolo alternando momenti di pura allegria a momenti più commoventi. O Micha Van Hocke, che, con il suo particolarissimo stile, ideò delle coreografie capaci di far muovere in maniera ammirevole la numerosissima compagnia che completava il cast”. (fonte: Il Sistina)

Ecco qui l’intro dello spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=6vrItFOsnas

Suggerisco un paio di scene:

L’amore tra il vecchio Numa Pompilio e la giovane(?) Ninfa Egeria nel bosco http://www.youtube.com/watch#!v=OyxJhP6AKjA&playnext_from=TL&videos=MnYlio2q0Qo&playnext=1

Arrivo di Tarquinio Prisco a Roma http://www.youtube.com/watch#!v=L6TqwAVysZU&feature=related

Beh, già non avevo dubbi, ma la visione dello spettacolo mi ha confermato ancora una volta che Gigi è veramente un Attore talentuosissimo (e spassosissimo!!), nonchè un artista completo e dotato di una voce splendida (praticamente sbaraglierebbe ad occhi chiusi le ultime 10 edizioni di Sanremo..).

In più ha dalla sua parte (per motivi scenici oppure no) tutta quella poetica e verace romanità che noi ci siamo persi per strada…

Decisamente sopraffino… e poi come lo vedo già rido! ghgh :)

Locandina: