venerdì 12 marzo 2010

Corsi e ricorsi storici

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente
durante la sua carriera di delitti che,
al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna,
la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.
Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia,
una parte per interesse e tornaconto personale.
La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività
criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte
piuttosto che al giusto.
Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere
e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere,
sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare
ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.
Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader
di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo
per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza,
offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile
enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo.
Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto,
cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso,
fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti,
si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti,
di bugiardi, di inetti, di profittatori;
mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare,
ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere,
si immagina sempre di essere il personaggio
che vuole rappresentare"

Il testo si riferisce a Mussolini ed è stato scritto da Elsa Morante (1912-1985) nel 1945: “Il Capo del Governo”. È contenuto in Pagine autobiografiche postume, pubblicato in "Paragone Letteratura" n. 456 del febbraio 1988.


Ps: al contrario della mia consuetudine, in questo post mi rifiuto di dare spazio a foto sull’argomento.

Pps: ricordo un libro dell’autrice, “La Storia”: merita davvero di essere letto.

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