lunedì 12 luglio 2010

Le 7 meraviglie del mondo classico

Nel 200 a.c. Filone di Bisanzio propose una lista dei più famosi monumenti del tempo che divennero noti come “Le sette meraviglie del mondo“. Si tratta di strutture architettoniche, sculture ed edifici che i Greci ed i Romani ritennero essere le più belle e straordinarie opere dell’intera umanità. Sono tutte situate in quello che allora era il mondo conosciuto: Egitto, Grecia, Mesopotamia e Turchia.

Ecco l’elenco sintetico delle sette meraviglie del mondo antico:
I Giardini pensili di Babilonia, probabilmente la più antica fra le sette meraviglie. Si racconta che la regina Semiramide vi raccogliesse rose fresche in ogni stagione.
Il Colosso di Rodi, una enorme statua bronzea situata nell’omonima isola greca.
• Il Mausoleo di Alicarnasso, una monumentale tomba dove riposa il satrapo Mausolo, situata ad Alicarnasso, città greca.
Tempio di Artemide ad Efeso, nell’odierna Turchia.
• Il Faro di Alessandria in Egitto, che una volta rischiarava la via ai mercanti che si approssimavano al porto.
La statua di Zeus ad Olimpia, grandiosa testimonianza di arte religiosa, oggi ridotta in rovina.
La Piramide di Cheope a Giza, immensa dimora di riposo eterno del faraone, glorificazione delle sue imprese in vita. è l'unica sopravvissuta fino ad oggi

I Giardini pensili di Babilonia
Tanto tempo fa, nella terra di Babilonia, viveva un Re chiamato Nabucodonosor. Sposò una bellissima principessa di un’altra terra e la condusse a Babilonia, la capitale del suo regno. La nuova regina, però aveva nostalgia delle montagne e dei giardini del suo paese. Il Re allora chiamò a raccolta i suoi architetti perchè costruissero i più bei giardini che si potessero vedere al mondo. Cominciò il lavoro, gli uomini del Re costruirono terrazze e muri altissimi e vi posero fiori, alberi da frutta e fontane. I giardini erano i più alti che si fossero mai visti: raggiungevano l’altezza di un edificio di trentacinque piani. La costruzione dei giardini non fu facile, gli uomini dovevano trasportare da grandissime distanze i macigni e le pietre con le quali costruivano muri, terrazze e fontane. Non si sa con certezza se questa storia sia proprio vera, ma si sa da antichissimi scritti che i giardini di Babilonia sono realmente esistiti. Nella campagna dell’Iraq gli archeologi hanno trovato pozzi vuoti, fossati e cantine che un tempo dovevano far parte dei giardini pensili di Babilonia.
La parola pensile deriva dal verbo latino pendere che significa essere sospeso.
Il Colosso di Rodi
Era una grande statua di bronzo chiamata Colosso e si ergeva maestosa sul porto dell’isola di Rodi nel Mar Egeo. Era alta come venti uomini e se si fosse saliti fino in cima alla sua testa si sarebbero potutoti vedere terra e mare per chilometri e chilometri. Perchè è stata costruita?
Molto tempo fa gli abitanti di Rodi combatterono per difendere la loro isola dall’assalto dei nemici. Avevano pochissime speranze di vincere, ma uomini e donne si batterono valorosamente. Il loro coraggio fu ricompensato e il Re Tolomeo d’Egitto accorse in loro aiuto con una flotta potente e salvò, così, Rodi. I suoi abitanti furono così grati a Elio, dio del sole e protettore dell’isola, che in suo onore venne costruita l’imponente opera. Dominò il porto per moltissimo tempo, i poeti cantarono la sua bellezza e la chiamarono una delle sette meraviglie del mondo. Un giorno la terra cominciò a scuotersi e a tremare, una violenta scossa di terremoto le fece perdere l’equilibrio e cadde a pezzi: non fu più possibile ricostruirla.
Oggi del Colosso di Rodi si può leggere soltanto sui libri; ogni tanto però si trovano ancora frammenti di bronzo che un tempo gli appartenevano.
Il mausoleo di Alicarnasso
L’edificio era la famosa tomba d’oro e di marmo di un Re che si chiamava Mausolo. Quando morì, la regina ordinò per lui una tomba che doveva essere conosciuta ed ammirata in tutto il mondo. Il nome di Mausolo resta oggi nel nostro linguaggio nella parola che usiamo per indicare un monumento funebre. La sua tomba fu costruita in un’antica città chiamata Alicarnasso che oggi è la città di Bodrum. La tomba fu distrutta, ma visitando il British Museum di Londra in Inghilterra è possibile vedere ancora alcuni resti.
Il Tempio di Artemide ad Efeso
Nei parchi e nei musei si trovano statue scolpite in onore di personaggi realmente esistiti, ma tanti e tanti secoli fa gli uomini scolpivano le statue in onore di personaggi completamente immaginari: questi personaggi erano gli dei e proteggevano le attività degli uomini. Tra questi vi era Artemide, la dea che proteggeva la caccia. I greci costruirono in suo onore un tempio e vi posero una statua. Il tempio era alto e maestoso, di marmo bianco e rilucente d’oro. Occorsero più di cento anni per costruirlo e quando fu terminato la gente faceva lunghissimi viaggi per vederlo. Il tempio fu distrutto dai nemici, ma il popolo amava tanto la dea che lo ricostruì ancora più bello e più grande. Per molti secoli fu uno dei santuari più famosi, finchè i barbari non cominciarono a depredarlo. Da allora decadde e a poco a poco fu spogliato di tutte le sue ricchezze e di lui restarono solo le fondamenta. Se il tempio di Artemide è andato distrutto, tuttavia, molti libri, compresa la Bibbia, ancora ne parlano.
Oggi è possibile vedere le sue rovine a Efeso, in Turchia.
Il Faro di Alessandria in Egitto
Giù, giù fino in fondo al mare, si vede una grande massa tutta ricoperta di alghe: è troppo grossa per essere un pesce! Potrebbe essere invece una nave pirata con un carico d’oro.. Avvicinandosi bene ci si accorge, però, che assomiglia ad un gigantesco grattacielo: è il famoso faro dell’isola di Faro, una delle sette meraviglie del mondo antico che sprofondò nel mare moltissimi decenni fa.
I libri di storia raccontano che un terremoto fece crollare il faro nel Mar Mediterraneo. Quello però non era un faro normale, alla base c’era una smisurata fortezza di trecento stanze da cui i soldati si difendevano dalle navi nemiche. In cima alla fortezza c’era una grande torre sulla quale di notte veniva acceso un falò così luminoso che la luce poteva essere vista a grandissima distanza.
Alcuni dicono che, a volte, quando le acque dell’isola sono particolarmente chiare, si può vedere un faro in fondo al mare. Sarà il faro di Faro?
La statua di Zeus ad Olimpia
Fidia, scultore greco, nato ad Atene nel 490 circa e morto probabilmente nel 430 a.C., rappresenta il più prolifico e completo scultore dell’età classica, capace di padroneggiare tutte i materiali e le tecniche da quelle a tutto tondo a quelle a bassorilievo. Numerose sono state le sue opere, e la sua attività si è contraddistinta per la realizzazione di opere molto impegnative. Tra le sue prime opere vi fu una statua crisoelefantina (realizzata in oro e avorio) di Atena per la città di Pellene, quindi un Apollo Parnopios in bronzo, un’Atena Promachos e un’Atena Lemnia.
Intorno al 450 realizzò la grande statua crisoelefantina di Zeus per il tempio di Olimpia, considerata nell’antichità una delle sette meraviglie del mondo.
Nessuno aveva visto prima una statua così grande, fatta d’avorio e d’oro. Zeus sedeva su un trono. Si diceva che bastava guardare la statua per dimenticare tutti i dispiaceri. Ogni quattro anni gli abitanti di Olimpia celebravano una grande festa in onore di Zeus, ed anche oggi, dopo più di duemila anni, le squadre di atleti di tutte le nazioni si incontrano ogni quattro anni per le Olimpiadi. La statua è stata distrutta, ma gli uomini di quel tempo l’hanno descritta così bene che molti artisti si sono ispirati ad essa per farne dei dipinti e dei modelli.
Il trono alto circa quattordici metri con spalliera diritta e culminante con figure di dei; i braccioli erano sostenuti da sfingi; il dio era seduto con peplo drappeggiato, che era d’oro; i piedi poggianti su uno sgabello lavorato, cesellato e poggiante su un leone a tutto tondo; calzari cesellati con lavori di scene di guerre; nella mano destra reggeva una vittoria, che si dice fosse d’oro e misurasse due metri…
Con la mano sinistra regge un’asta molto lunga poggiante sul terreno e avente in cima un’aquila d’oro; la faccia del Dio esprime bontà e gioia, come dice Crisostomo. La testa è incoronata di olivo. La faccia e la parte scoperta del corpo erano d’avorio cesellato, mentre erano d’oro e di altri metalli preziosi barba e capelli.
Pietre preziose disseminate nei punti opportuni, ad esempio gli occhi.
Pausania descrive minutamente il gran numero di figure che sono nei piedi del trono e attorno ad esso sulla base; si giunge perfino a venti figure di dei che assistono alla genesi di Pandora. Il tutto poggiava su un basamento di marmo pario, alto uno o due metri. Quando si pensa che la statua di Atena, nel Partenone, era visibile ai naviganti che giravano capo Sunio, quasi fosse un faro ideale, si ha l’idea della grandiosità di tutti i monumenti che Fidia affidò ai posteri.
La Piramide di Cheope a Giza
Un Re dell’antico Egitto, Cheope, voleva un luogo speciale dove farsi seppellire dopo la sua morte. Così ordinò ai suoi schiavi di costruire una grande piramide di pietra, cioè una costruzione dalla forma simile a quella di una tenda.
La tomba di Cheope, chiamata anche Grande piramide, risultò realmente gigantesca: la sua base è grande come otto campi di calcio e la sua altezza è pari ad un grattacielo di oltre quaranta piani.
Ma come fu possibile costruirla? Non esistevano i mezzi ed ogni masso pesava molte tonnellate. Come avranno fatti gli antichi egizi a sollevare quelle pietre fino in cima? Probabilmente le trascivano su per una rampa con delle specie di slitte ma nessuno può dirlo con precisione. Si sa soltanto che per costruirla ci vollero più di vent’anni. La Grande piramide, costruita in Egitto più di 5.000 anni fa, è la sola delle meraviglie del mondo antico che non sia ancora andata distrutta e ancora oggi la gente accorre da tutto il globo per ammirarla.

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